L’eccellenza di ines - Ines
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L’eccellenza di ines

L’eccellenza di ines

La realtà’ virtuale e l’ultima frontiera in ambito ospedaliero.

Il concetto di umanizzazione della cura ha a che fare con l’attenzione al paziente, ai suoi bisogni organici, psicologici e relazionali. Uno degli ambiti in cui è necessario occuparsi di questo aspetto è quello relativo ai test diagnostici come la risonanza magnetica. Sintomi molto frequenti rilevabili nei pazienti che si sottopongono alla RM sono la sudorazione, la frequenza cardiaca aumentata, talvolta il pianto e la crisi di panico. Considerando che un esame può avere una durata compresa tra 20 e 60 minuti, i sintomi collegati alla claustrofobia possono rivelarsi invalidanti e impedire la corretta effettuazione del test. Gli apparecchi utilizzati in ambito sanitario, infatti, si presentano come dei veri e propri tunnel chiusi, bianchi e stretti, che generalmente lasciano molto a desiderare dal punto di vista estetico e del comfort. L’ultima frontiera tecnologica è rappresentata dall’utilizzo della realtà virtuale per immergere il paziente in scenari tridimensionali, in grado di distrarlo e metterlo a suo agio per tutta la durata del test. 

Grazie ad appositi software e dispositivi di visualizzazione, come caschi e visori 3D, accompagnati da luci rilassanti e aromaterapia, il paziente prova un senso di assorbimento sensoriale nell’ambiente tridimensionale. Ciò allevia i sintomi della claustrofobia e a volte li elimina del tutto. Questi sistemi avanzati sono già in uso presso centri specializzati di Malpensa e Afragola. Il team di sviluppo di INES, impresa di Pellezzano, in provincia di Salerno che si occupa di ingegneria clinica e impiantistica sanitaria, ha progettato delle apposite gabbie di Faraday che fanno ricorso a soluzioni tecnologiche capaci di rendere l’esame diagnostico un’esperienza meno traumatica. Una gabbia di Faraday è, in generale, un sistema costituito da un contenitore, in materiale elettricamente conduttore, in grado di isolare l’ambiente interno da un campo elettrostatico presente al suo esterno. Questo sistema, che deve il nome al fisico inglese Michael Faraday, è, per l’appunto, uno dei requisiti tecnologici essenziali al funzionamento della RM.